Non solo Minions: Matteo, fedele alla rubrica “film-che-(ri)guardo-a-distanza-di-anni” ci dice cose su Puerto Escondido, Alta fedeltà e Snatch.
Il grosso della puntata è però dedicato ai cosini gialli che dopo essere stati la spalla comica di Cattivissimo me (primo e secondo), si prendono la scena e diventano protagonisti assoluti di un lungometraggio. E qui devo fare una confessione.
Appena cominciata la registrazione della puntata mi sono convinto di aver scordato una delle cose che volevo dire. E fino a quando non abbiamo spento i microfoni una parte del cervello è rimasta occupata nella ricerca di questo benedetto contenuto. Il mattino successivo si è finalmente accesa la luce, ormai troppo tardi.
Per rimediare, questo è ciò che volevo aggiungere: se prendi una spalla comica e la trasformarmi nel protagonista, ti rimangono due opzioni: o trasformi il film in un ottovolante assolutamente folle di numeri comici oppure cerchi di dare sostanza narrativa ai numeri comici.
Minions tiene i piedi in entrambe le scarpe, ma così facendo si incarta:
- perché la sequenza forsennata di numeri comici non è sempre sostenuta da inventiva
- perché quando si prova a inserire sostanza narrativa non la si dà ai Minion bensì alla nuova cattiva, spostando in questo modo il fuoco (il film però si intitola Minions, non Scarlett)
Di suo, poi, la sostanza narrativa di Scarlett è scarsina e infatti quando il ritmo forsennato rallenta e viene dato spazio a lei, il film diventa noioso. Ad esempio: i momenti in cui gli altri Minion cercano di raggiungere Kevin, Stuart e Bob in Inghilterra sono più riusciti rispetto alle pippe di Scarlett intorno alla corona. E in Inghilterra il ritmo risale solo quando Kevin, Stuart e Bob si godono gli agi di corte, pur restando il problema dell’inventiva non sempre alta.
Ecco, questo è ciò che volevo dire e non ho detto perché il cervello ogni tanto fa cilecca.Tutto il resto è come sempre su Querty, al link Minions + Puerto Escondido + Alta fedeltà + Snatch – Ricciotto 120.