Il regista e sceneggiatore Terrence Malick è autore negli ultimi tempi di un cinema che tende a evocare situazioni ed emozioni piuttosto che raccontare una trama. Knight of Cups rientra perfettamente nella definizione: è un film estremamente stratificato e complesso, che può affascinare per la libertà narrativa con la quale racconta il proprio protagonista ma che allo stesso tempo può indispettire perché proprio quella libertà narrativa gira un po’ a vuoto.
Il mio parere personale è che Knight of Cups è una pellicola che prova tantissimo a essere compassionevole ma che si perde nell’autoindulgenza e in una complessa costruzione formale e narrativa tutta di testa e poco di pancia. Inoltre, una volta compresa la “morale”, mi è rimasta la sensazione di un topolino partorito da una montagna, che oltretutto somiglia pericolosamente a una versione chic della telenovela Anche i ricchi piangono, girata con un direttore della fotografica favoloso (il grande Emmanuel Lubezki).
Restano però, qua e là, alcuni spunti interessanti.