Uno dei pregi maggiori di The Special Need è che ti costringe a fare uno sforzo per mettere a fuoco i rischi enormi di un documentario come questo. È talmente riuscito, con garbo e leggerezza, da spingerti a pensare che sia facile parlare di sessualità e disabilità senza salire in cattedra o scendere nel patetico. Oltretutto, il regista Carlo Zoratti è al suo primo lungometraggio, esperienza che di per sé complica le cose.
Senza nulla togliere a The Special Need, bisogna dire che la fortuna ha giocato le sue carte. Nel senso che Zoratti conosce da molto tempo Enea, il protagonista del film, 30 anni, affetto da autismo. I due sono legati da una sincera amicizia e questo ha sicuramente contribuito a mettere il documentario sul giusto binario.
Restavano però tutte le incognite del caso e non solo da un punto di vista strettamente produttivo, considerato che la disciplina di un set non va d’accordo con l’imprevedibilità di Enea. La vera questione riguardava il fatto di affrontare un problema scottante: cosa succede quando un ragazzo con un handicap scopre normalissime pulsioni sessuali e affettive senza però avere l’opportunità di prenderci le misure come fanno tutti i ragazzi della sua età? Nel caso specifico di Enea non si trattava soltanto di aiutarlo a trovare una ragazza, perché era fondamentale che comprendesse la differenza sesso e amore, fra l’esplorazione di sé e la condivisione con un’altra persona.
Ecco allora che Enea e Carlo, insieme all’amico Alex, si imbarcano in un viaggio in cerca di risposte. The Special Need è un road movie, ma è soprattutto una storia di amicizia più che di denuncia, e in questo sta il segreto della sua riuscita. Non che scarseggino gli elementi per una denuncia, perché è fin troppo chiaro che in Italia mancano le giuste soluzioni. Solo che tutto questo resta sullo sfondo, fuori fuoco rispetto al centro della narrazione (Enea e l’amicizia). È un contesto presente, non ingombrante.
Uno degli esiti più sorprendenti è che in più di un’occasione mi sono trovato di fronte a un documento sulla difficoltà di trovare la ragazza giusta al di là della questione handicap. Perché in fondo i desideri, gli entusiasmi, i fallimenti e i timori di Enea sono gli stessi per tutti.
The Special Need è insomma un film che testimonia la vivacità della new wave friulana, fertile realtà del cinema italiano – viene da lì anche Tir di Alberto Fasulo, vincitore del Festiva di Roma. Per vederlo nelle sale bisogna approfittare degli eventi speciali organizzati l’1 e il 2 aprile (Giornata Mondiale dell’Autismo).
(Questo pezzo è stato pubblicato su Linkiesta il 19/03/2014)